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Zara italiana. Cosa resta oggi di Zara italiana

Dopo essere stata per molti secoli parte della Repubblica di Venezia. Lo fu infatti nel XII secolo e poi dal XV alla fine del XVIII secolo. La città di Zara fu teatro di un episodio di irridentismo: al termine della Prima Guerra Mondiale, il 31 ottobre 1918, la popolazione di Zara si ribellò contro il governo austriaco e innalzò la bandiera italiana. Il 4 novembre 1918 la città fu occupata dalle truppe italiane.

ZARA ITALIANA

A quell’epoca la città, aveva una popolazione a vasta maggioranza italiana, secondo i censimenti austriaci di inizio XX secolo la popolazione residente di lingua italiana era tra il 65% e il 70% della popolazione totale della città. Dopo il termine della Prima Guerra Mondiale, con il trattato di Rapallo del 12 novembre 1920, Zara fu assegnata al Regno d’Italia, divenendo una piccola enclave italiana al centro della costa della Dalmazia.

La provincia di Zara sotto sovranità italiana comprendeva un piccolo territorio attorno alla città comprendente il comune di Zara, che includeva i centri abitati di Boccagnazzo, Borgo Erizzo, Cerno per un totale di 55 km² e 17.065 abitanti. Inoltre facevano parte della provincia di Zara le due isole assegnate all’Italia di Làgosta (56 km² e 1710 abitanti) e Pelagosa (0,4 km² disabitata). All’epoca il territorio totale della provincia di Zara si estendeva su 111 km².

Zara rimase sotto sovranità italiana fino al 31 ottobre 1944. Successivamente fu poi occupata dai partigiani di Tito e poi ceduta alla Yugoslavia. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu pesantemente bombardata, in questo periodo oltre il 90 % degli abitanti di Zara lasciarono la città per l’Italia e mai più ritornarono.

Quando ho visitato Zara ho voluto fare una piccola ricerca di quello che ancora rimane dell’ultimo periodo italiano (il primo è stato quello veneziano). Sono stato molto sorpreso dalla scoperta della vecchia dogana. Ci sono in alcune strade ancora i tombini dell’acquedotto dell’epoca italiana con le scritte in italiano. Alcuni tombini sono invece scritti in tedesco, forse risalgono all’epoca austroungarica oppure alla breve occupazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. Purtroppo non ho avuto il tempo per visitare il vecchio cimitero italiano.

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